Il calcio è bello perchè è imprevedibile e perché ogni tanto ci regala favole o imprese memorabili. A proposito di favole, ha appena compiuto quindici anni quella del Chievo Verona che al termine della stagione 2001-2002 ottenne la qualificazione alla Coppa Uefa da neo-promossa, restando anche in vetta per le prime otto giornate.

I gialloblù, allenati da Delneri, arrivavano da una storica promozione in Serie A grazie al terzo posto raggiunto nella serie cadetta, diventando così l'unica squadra della storia del calcio italiano a raggiungere la massima serie partendo dalla Terza Categoria, un record che tutt'ora gli appartiene. La squadra, che rappresentava un piccolo borgo di Verona di 4.500 residenti, era la matricola tra le matricole e sembrava destinata ad una storica quanto fugace apparizione in Serie A che si sarebbe conclusa con una retrocessione annunciata.

I primi segnali che non si trattava della solita "cenerentola" di passaggio arrivarono fin dalla prima giornata quando i clivensi, all'esordio, batterono con un secco 2-0 la Fiorentina, detentrice della Coppa Italia. Gli scettici che credettero si trattasse di un fuoco di paglia furono zittiti dall'incredibile marcia della banda di Delneri che mise a segno 6 vittorie e un pareggio nelle prime 8 partite perdendo (di misura) solo a Torino con la Juventus per 3-2 dopo essersi trovati in vantaggio di due reti. La squadra perse la vetta alla nona giornata ma rimase stabilmente tra le prime e riprese la prima posizione quando sconfisse l'Inter a San Siro.

I clivensi rimasero imbattuti in casa fino a Natale quando vennero sconfitti dalla Roma che gli soffiò per poco il titolo di Campione d'Inverno. Durante la sosta ci fu il tempo e il respiro per constatare l'impresa della piccola realtà veneta, che sembrava stare perfettamente a suo agio tra le potenze della Serie A.

Nella seconda parte di stagione qualche sconfitta e numerosi pareggi, uniti alla triste perdita dell'attaccante Mayèlè in un incidente d'auto, fecero perdere ai gialloblù contatto con la vetta. Tuttavia la squadra continuò a fare punti anche se in modo meno massiccio, e riuscì a raggiungere un incredibile quinto posto che valse la qualificazione alla Coppa Uefa.

Questo risultato consolidò la presenza in Serie A del Chievo fino ad oggi, con una sola sfortunata retrocessione nel 2003, forse in seguito al post-impresa. Per i veri amanti del calcio non sarà difficile ricordare la formazione tipo dei clivensi allenati da Gigi Delneri con Lupatelli in porta, linea a 4 con Moro, D'Anna, D'Angelo e Lanna, centrocampo con in mezzo Corini-Perrotta nel mezzo e Luciano-Manfredini sulle fasce. Davanti il tandem Marazzina-Corradi che insieme confezionarono 23 gol in campionato. Tra le riserve spicca il nome di Cossato, che spesso risolveva le partite entrando dalla panchina.

Dietro ai risultati c'era ben altro però: le perfette geometrie di Corini, gli infiniti polmoni delle ali che permettevano ai terzini di coprire senza sbilanciarsi, l'opportunismo di Corradi e l'impeccabile tattica del fuorigioco studiata da Delneri. Ma anche il divertente aneddoto di Luciano, chiamato così dal mister perchè incapace di pronunciare il vero nome: Eriberto. Una storia che fa bene al calcio e che fa sempre piacere ricordare.